Un’abitazione occupata illegalmente significa che qualcuno vive nell’immobile senza un contratto valido né il permesso del proprietario. Il fenomeno noto come “occupazione abusiva” non è esplicitamente regolato nel nostro ordinamento giuridico. Tuttavia, esistono due concetti legali che si riferiscono a questa situazione: l’usurpazione e la violazione di domicilio.
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Usurpazione: È il reato che si verifica quando una o più persone entrano in un’abitazione disabitata e vi si stabiliscono senza il consenso o contro la volontà dei proprietari. Poiché l’immobile non è abitato, le pene sono meno severe rispetto alla violazione di domicilio. Tuttavia, se i responsabili agiscono con violenza o intimidazione, possono incorrere in pene detentive.
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Violazione di domicilio: in questo caso, una persona occupa un’abitazione abitata o un domicilio e vi si stabilisce senza il permesso dei proprietari, violando così la loro privacy e incorrendo in pene detentive.
Cos’è l’inquioccupazione?
L’inquioccupazione, o ‘inquiokupazione’, consiste nell’entrare in un’abitazione tramite un contratto di locazione, smettere di pagare l’affitto e continuare a viverci.
Sebbene il termine contenga la parola “occupazione”, l’inquiokupazione rientra nella figura dell’inquilino moroso, poiché esiste un contratto e si tratta di un mancato pagamento. A livello legale, quindi, non si configura né come usurpazione né come violazione di domicilio.
Un inquilino moroso è colui che, dopo aver preso in affitto un immobile, smette di pagare il canone, le utenze o entrambi. Questa persona ha avuto accesso alla casa tramite la stipula di un contratto di locazione. Anche se smette di pagare l’affitto o le bollette, il proprietario dell’immobile non potrà rientrare in possesso della sua casa fino a quando un giudice non emetterà un ordine di sfratto.
Dal primo mese di mancato pagamento, l’inquilino diventa moroso. Sono considerati tali anche gli affittuari che, una volta scaduto il contratto di locazione, restano nell’abitazione contro la volontà del locatore.