
La Spagna è il paese sviluppato con i peggiori dati di disoccupazione e inflazione, come dimostrato dal cosiddetto "indice di miseria". Questo indice è stato creato negli anni '70 dall'economista Arthur Okun e ogni anno il Fraser Institute pubblica i risultati delle principali economie mondiali. Attualmente, praticamente il 90% dei paesi è al di sopra della media degli ultimi cinque anni, il che significa una perdita di potere d'acquisto per le famiglie, e la Spagna è il peggiore nell'ultima edizione.
Singolarmente, la Spagna non è il paese con il più alto tasso di disoccupazione, posizione occupata dalla Grecia, e non è nemmeno il paese con il più alto aumento dei prezzi (l'anno scorso Islanda, Canada, Germania e USA avevano un IPC più alto). Tuttavia, la Spagna guida la classifica mondiale. Secondo i dati del FMI, l'inflazione sommata al tasso di disoccupazione in Spagna si è attestata intorno al 18% nel 2021, il peggior risultato tra i paesi sviluppati, seguito da Grecia, Italia, Islanda, Svezia e Canada. Gli ultimi cinque posti della classifica sono invece occupati da Taiwan, Andorra, Singapore, Svizzera e Giappone.

Nel 2022 inoltre ci si può aspettare un generale peggioramento dell'indice di miseria tra i paesi sviluppati, tenendo conto del forte aumento dei prezzi dell'energia e del potenziale impatto economico della guerra tra Russia e Ucraina.
Nel caso della Spagna, l'inflazione si è attestata al 7,6% a febbraio, secondo l'Istituto spagnolo di statistica (INE). Guardando alla fine dell'anno, i dati iniziali mostrano un'inflazione media annua superiore al 5% e un tasso di disoccupazione prossimo al 14%. Pertanto, quest'anno l'indice di miseria in Spagna potrebbe avvicinarsi al 20% se queste previsioni si avvereranno.
Se diamo un'occhiata all'evoluzione storica, scopriamo che la Spagna è stata vicina al 30% in due occasioni negli ultimi 40 anni, l'ultima è stata durante la crisi degli anni '90, quando il tasso di disoccupazione era vicino al 25% e l'IPC ha raggiunto il 6,5%, come conseguenza delle svalutazioni della peseta nel 1992 e nel 1995. I massimi storici sono stati raggiunti negli anni '70, dopo la crisi petrolifera mondiale e nel pieno della Transizione, quando l'indice di miseria si è attestato intorno al 34%. Nell'estate del 2007, invece, poco prima dello scoppio della crisi economica, finanziaria e immobiliare, ha toccato un minimo del 10,2%.